Il taglio da 500 lire fa venire in mente varie monete, come quelle di argento oppure le famose bimetalliche, ma non tutti sanno o possono ricordare che 500 lire ha costituito anche un taglio di banconote, almeno fino alla fine degli anni 70 del 20° secolo. Paradossalmente hanno avuto una carriera più longeva le versioni in carta rispetto a quelle in metallo.
Ma quali sono queste banconote, e quanto possono valere al giorno d’oggi? Andremo ad ispezionare quelle che hanno coperto ben oltre mezzo secolo di storia economica del nostro paese, in una trasformazione che è stata evidente anche dai vari esemplari presi in considerazione. Quanto possono valere oggi, e come riconoscerle?
La banconota da 500 lire: genesi
Le prime banconote concepite con questo taglio, di forma e dimensioni piuttosto generose risalgono alla seconda metà dell’Ottocento, inizialmente sviluppate in varie entità dietro la direzione della Banca Nazionale del Regno d’Italia. In questo periodo si configurano tutti quegli esemplari stampati solo su uno dei due lati, dalle diciture diverse a seconda del periodo ma tutte simili e dal valore di varie migliaia di euro.
Questi esemplari, stampati fino al 1895, quando è stata proclamata la Banca d’Italia, sono stati accompagnati da banconote sempre da 500 lire sviluppate dalle singole città come Genova, Torino, Napoli e Palermo. Tutte queste possono avere un valore tra i 1500 euro se in buono stato, fino a 6500 euro per gli esemplari meglio tenuti e conservati alla pefezione.
Quanto valgono
La prima vera banconota unificata nonchè la più longeva resta però la banconota da 500 lire “Barbetti”, detta anche grande “C” dalla Scritta “Cinquecento Lire” sviluppata anche fino al 1953, anno in cui fu dichiarata oramai fuori corso, con i primi esemplari concepiti negli ultimi anni dell’Ottocento, con alcune differenze estetiche.
- I pezzi con la Grande C possono valere da qualche decina di euro se in condizioni discrete, fino a oltre 6000 euro per i pezzi di fine Ottocento in condizioni perfette
- Successive sono state le 500 lire di carta Capranesi, sviluppate dal periodo post prima guerra mondiale fino alla seconda guerra mondiale, esemplari decisamente comuni che oggi valgono tra i 50 ed i 950 euro
Successive sono invece l’Italia ornata di perle, concepita dal 1947, stampata fino ai primi anni 60, emissione anche questa abbastanza facile da trovare in discreto o buono stato, mediamente una in ottimo stato può arrivare a sfiorare i 450 euro ma solo se si trova in condizioni eccellenti di conservazione (cosa abbastanza rara).
Gli altri due esemplari successivi sono stati biglietti di banca ossia dei buoni veri e propri utilizzabili anche come denaro, di dimensioni più piccole rispetto a quelle precedenti, nei modelli Aretusa e Mercurio, entrambe le tipologie non valgono moltissimo ma i migliori pezzi conservati possono far guadagnare da circa 15 fino a 80 euro.