L’anno inizia con una notizia importante per le mamme lavoratrici: è arrivata la conferma del bonus INPS da 250 euro. Se stai leggendo queste righe, vuol dire che ti interessa sapere qualcosa di più su questa misura, magari perché ne hai sentito parlare in maniera sommaria e vuoi approfondire. Perfetto! L’articolo delle prossime righe, è pensato proprio per aiutarti a chiarire il quadro.
Si tratta di una misura – accolta non da poche critiche – elaborata e introdotta con lo scopo di dare un boost alla situazione della natalità in Italia, che si contraddistingue per numeri estremamente bassi, e ai numeri delle madri lavoratrici che, sempre dati statistici in mano, sono sempre meno per via della complessità di conciliare la carriera, a prescindere dal settore, con i compiti della genitorialità.
Come funziona il bonus da 250 euro dedicato alle mamme lavoratrici
Iniziamo con il dire che questa misura è incentrata in maniera specifica sulla decontribuzione e che, rispetto agli scorsi anni, è stata interessata, per il 2025 da poco iniziato, da sensibili cambiamenti, dei quali andremo a parlare nel corso della guida. Dedicato, per l’anno in corso, alle lavoratrici con contratto a tempo indeterminato nel privato e nel pubblico e con almeno due figli, il più piccolo dei quali deve avere non più di dieci anni vedrà, fra due anni, la platea delle beneficiarie allargarsi: potranno richiedere il bonus anche le lavoratrici con tre o più figli e goderne fino al compimento dei 18 anni del più piccolo.
Con un limite di spesa per l’anno corrente pari a 300 milioni di euro, si tratta, ribadiamo, di un esonero contributivo di massimo 3000 euro annui, che vengono suddivisi in rate mensili da 250 euro. L’erogazione della cifra non ha alcun impatto sulla futura pensione: viene infatti mantenuta uguale l’aliquota di computo relativa alle prestazioni previdenziali.
L’estensione alle Partite IVA e le modalità di richiesta
Tra le già citate novità bel bonus INPS 250 euro per mamme lavoratrici riguarda l’inclusione, a partire dall’anno in corso, delle partite IVA che non aderiscono al regime forfettario. Necessario, come espresso chiaramente nell’articolo 35 della Legge di Bilancio da poco approvata, è che percepiscano le seguenti tipologie di emolumenti:
- Reddito da lavoro autonomo
- Redditi d’impresa gestiti con la contabilità semplificata od ordinaria
- Redditi da partecipazione
Parliamo ora delle modalità di richiesta. Le lavoratrici dipendenti devono innanzitutto rendere nota al datore di lavoro la volontà di usufruire di questo bonus INPS. Nell’ambito dell’istanza, è necessario indicare informazioni come il numero dei figli a carico e i codici fiscali di ciascuno di essi. Per rendere ancora più agevole l’accesso alla misura, l’Ente ha messo a punto un’app specifica, ossia l’Utility Esonero Lavoratrici Madri. Grazie a questa piattaforma, è possibile inviare in totale autonomia i dati appena menzionati.
Non ci sono invece ancora informazioni ufficiali in merito all’iter che dovranno seguire le lavoratrici autonome per accedere al bonus INPS 250 euro dedicato alle mamme. Secondo le previsioni più accreditate, arriveranno a breve specifiche nell’ambito della definizione dei decreti attuativi o attraverso circolari dedicate firmate dai vertici INPS. Si prospetta l’introduzione di una procedura semplificata affine a quella riservata alle dipendenti.